ARNI: cosa sono e perché stanno cambiando il trattamento del cuore

Se ti sei imbattuto nel termine ARNI e non sai di cosa si tratta, sei nel posto giusto. Gli ARNI (Angiotensin Receptor‑Neprilysin Inhibitor) sono un nuovo tipo di farmaco che combina due meccanismi per proteggere il cuore, soprattutto in caso di insufficienza cardiaca. In pratica, uniscono l'azione di un bloccante del recettore dell'angiotensina II (come il valsartan) con quella di un inibitore della neprilisina (sacubitrile). Il risultato? Meno stress per il cuore, più energia e una migliore qualità della vita.

Come funziona un ARNI?

Il cuore, quando è debole, rilascia sostanze che lo stressano ulteriormente, come l'angiotensina II. Il valsartan blocca questi recettori, riducendo la pressione e il carico sul cuore. Parallelamente, la neprilisina è un enzima che degrada peptide naturali benefici (come il peptide natriuretico), che aiutano a dilatare i vasi sanguigni e a eliminare il sale in eccesso. Sacubitrile inibisce la neprilisina, così questi peptide rimangono più a lungo in circolazione. L'effetto combinato è una doppia protezione: meno pressione, più dilatazione e meno ritenzione di liquidi.

Chi dovrebbe considerare un ARNI?

Gli ARNI sono soprattutto indicati per chi soffre di insufficienza cardiaca con ridotta frazione di eiezione (HFrEF). Se il tuo medico ti ha già prescritto ACE-inibitori o ARB, potrebbe proporti il passaggio a un ARNI per migliorare i sintomi. Tuttavia, non è adatto a tutti: chi ha problemi renali gravi, iperkaliemia persistente o ipotensione deve valutare attentamente il rischio.

Prima di iniziare, il medico farà dei controlli: pressione sanguigna, livelli di potassio, funzione renale. È normale che la dose venga aumentata gradualmente, perché sacubitrile può causare una leggera tosse o dolori muscolari nei primi giorni. Se noti gonfiore, vertigini o un aumento improvviso della pressione, avvisa subito il tuo medico.

Un altro aspetto pratico: gli ARNI si assumono una volta al giorno, di solito al mattino, con o senza cibo. Non dimenticare di rispettare gli orari, perché la dose costante è fondamentale per mantenere stabile il livello di neprilisina nel sangue.

Molti pazienti riferiscono una sensazione di più energia e una riduzione dei sintomi di affaticamento dopo qualche settimana di trattamento. Questo perché il cuore lavora più efficientemente, e il corpo non è più costretto a trattenere liquidi in eccesso.

Se sei curioso di sapere se un ARNI è adatto a te, il passo migliore è parlare con il tuo cardiologo. Porta con te le tue ultime analisi e una lista dei farmaci che già assumi, così potrà verificare eventuali interazioni. Ricorda che un farmaco efficace è inutile se non lo prendi correttamente.

In sintesi, gli ARNI rappresentano una svolta per chi convive con l'insufficienza cardiaca: meno pressione, più sostegno naturale del cuore e una possibilità concreta di migliorare la vita quotidiana. Non aver paura di chiedere al medico tutte le domande che ti passano per la testa, dalla dose al monitoraggio, perché un’informazione chiara è la chiave per un trattamento efficace.

Ettore Vassalli 4 settembre 2025 0

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