Quando un attacco di gotta ti colpisce, non è solo dolore: è un blocco improvviso, una sensazione di fuoco dentro l’articolazione, spesso al piede, che ti impedisce di camminare, di mettere le scarpe, persino di coprirti con un lenzuolo. Ecco perché agire subito conta più di ogni altra cosa. Non si tratta di aspettare che passi. Si tratta di scegliere il trattamento giusto, al momento giusto, per te.
Perché l’attacco di gotta è così violento?
La gotta non è semplicemente un problema di uricemia. È un’infiammazione acuta causata dai cristalli di acido urico che si depositano nelle articolazioni. Il corpo li riconosce come corpi estranei e scatena una risposta immunitaria furiosa. Il risultato? Gonfiore, calore, rosso intenso, e un dolore così intenso che sembra non avere fine. Ecco perché i farmaci che usiamo non sono antidolorifici normali: devono spegnere l’infiammazione, non solo coprirla.
Le tre armi principali: FANS, colchicina e steroidi
La letteratura medica e le linee guida internazionali concordano su una cosa: per un attacco acuto di gotta, ci sono tre opzioni efficaci. Nessuna è perfetta per tutti. La scelta dipende da te, dalla tua storia clinica, dai tuoi farmaci abituali e da cosa ti fa più paura: gli effetti collaterali, i costi o la complessità del trattamento.
FANS (farmaci anti-infiammatori non steroidei) sono i più usati. Sono disponibili senza ricetta, ma per la gotta servono dosi alte: naprossene 500 mg due volte al giorno, ibuprofene 800 mg tre volte al giorno, o indometacina 50 mg tre volte al giorno. Solo tre FANS hanno l’approvazione ufficiale per la gotta: indometacina, naprossene e sulindac. Ma in pratica, qualsiasi FANS a dose massima funziona. Il problema? Sono pericolosi per chi ha problemi di stomaco, reni, cuore o che assume anticoagulanti. E se hai più di 65 anni? Il rischio di sanguinamenti o insufficienza renale sale in modo significativo.
Colchicina ha una storia lunga. Un tempo si usavano dosi alte: 4,8 mg in sei ore. Oggi sappiamo che 1,8 mg in un’ora dà lo stesso sollievo, con molto meno mal di pancia, diarrea e vomito. È un farmaco preciso: troppo poco e non funziona, troppo e rischi raramente, ma seri, come la rottura dei muscoli o problemi al sangue. Se hai insufficienza renale o epatica, la dose va ridotta. Non è un farmaco da prendere a caso.
Steroidi - come il prednisone - sono spesso sottovalutati. Eppure, una breve cura di 40-60 mg al giorno per due-tre giorni, poi ridotta gradualmente, è altrettanto efficace dei FANS. E per molti pazienti, è più sicura. Non irrita lo stomaco. Non mette a rischio i reni. E se l’attacco colpisce una sola articolazione - diciamo, il grande dito del piede - un’iniezione locale di corticosteroide è la scelta migliore: agisce dove serve, con pochissimi effetti sistemici. Il grande vantaggio? È economico, facile da prescrivere e ben tollerato. Il rischio? Se non si fa il tapering (riduzione graduale), può tornare l’attacco, anche più forte. E se sei diabetico? Devi controllare la glicemia: gli steroidi fanno salire lo zucchero.
Quale scegliere? La tabella che ti fa capire
| Caratteristica | Colchicina | FANS | Steroidi (orali/iniettabili) |
|---|---|---|---|
| Efficacia | Alta (con dose bassa) | Alta | Alta |
| Dose consigliata | 1,8 mg in 1 ora | Naprossene 500 mg 2x/die | Prednisone 40-60 mg/die, poi taper |
| Tempo di inizio | 12-24 ore | 12-24 ore | 12-24 ore |
| Effetti collaterali comuni | Diarrea, nausea, vomito | Ulcere, sanguinamento, danno renale | Insufficienza glicemica, insonnia, ritenzione idrica |
| Contraindicazioni principali | Insufficienza renale/epatica, interazioni con statine | Malattie gastriche, insufficienza renale, ipertensione, anticoagulanti | Diabete non controllato, infezioni attive |
| Per chi è ideale | Pazienti giovani, senza patologie croniche | Pazienti senza controindicazioni, con buona salute generale | Pazienti anziani, con problemi renali, gastrici o cardiovascolari |
| Costo | Basso | Basso | Molto basso |
Perché la tempistica conta più del farmaco
Un medico di Duke, Robert T. Keenan, dice una cosa che tutti i reumatologi ricordano: "Inizia il trattamento entro 24 secondi dall’inizio del dolore". Non è un’esagerazione. La prima ora dopo l’attacco è quella in cui i farmaci fanno la differenza maggiore. Se aspetti 48 ore, l’infiammazione si è già stabilizzata. Il dolore sarà più lungo, più intenso, e i farmaci avranno meno efficacia. Non aspettare che il dolore sia "abbastanza forte". Non aspettare che il gonfiore sia visibile. Non aspettare che ti svegli la mattina e non riesci a mettere il piede a terra. Al primo segno - quel bruciore, quel senso di pressione - prendi il farmaco.
Chi non può usare i FANS o la colchicina?
Se hai un’ulcera attiva, se prendi warfarin, se hai insufficienza renale grave, se sei cardiopatico, i FANS sono pericolosi. La colchicina? Se hai problemi al fegato o ai reni, o se prendi statine, il rischio di tossicità aumenta. In questi casi, gli steroidi diventano la prima scelta. E non solo perché sono efficaci, ma perché sono più sicuri. Un ciclo breve di prednisone - 10-14 giorni con riduzione graduale - è spesso l’unica opzione ragionevole. E se l’attacco è solo in un’articolazione? L’iniezione locale elimina quasi del tutto i rischi sistemici. Non è un trattamento di emergenza: è un trattamento intelligente.
Il grande errore: non pensare al lungo termine
La gotta non finisce con l’attacco. È una malattia cronica. Se prendi farmaci per abbassare l’acido urico - come l’allopurinolo o il febuxostat - devi anche proteggerti dagli attacchi che possono venire quando inizi il trattamento. Per questo, le linee guida dicono: continua con un antinfiammatorio - FANS, colchicina o un corticosteroide a bassa dose - per almeno tre mesi se non hai tofi, sei mesi se li hai avuti. Molti pazienti smettono il farmaco protettivo troppo presto. E poi si chiedono perché gli attacchi tornano. Non è un errore di fortuna. È un errore di gestione.
Quando servono combinazioni
Non tutti i casi sono semplici. A volte, un solo farmaco non basta. Se l’attacco è molto grave, o se hai avuto più di tre attacchi l’anno, il medico potrebbe suggerire una combinazione: un corticosteroide più colchicina, o un FANS più colchicina. Non è una pratica standard, ma è efficace. E non aumenta il rischio in modo significativo se usata per pochi giorni. L’importante è che sia temporanea. Non diventa una routine. È un intervento mirato.
La verità che nessuno ti dice
Non esiste un farmaco migliore di tutti. Esiste il farmaco migliore per te. E la tua storia clinica conta più di qualsiasi guida. Se sei un uomo di 72 anni con ipertensione, diabete e un rene un po’ lento, la colchicina o un FANS potrebbero farti più male che bene. Se sei una donna di 45 anni, sana, senza altri problemi, la colchicina a bassa dose è una scelta perfetta. Se hai un’articolazione infiammata da giorni e non puoi più camminare, un’iniezione locale ti salva la settimana. La medicina non è una formula. È un’adattamento continuo. E la tua voce - i tuoi sintomi, i tuoi timori, la tua vita - è parte fondamentale della decisione.
Quando chiamare il medico
Se l’attacco non migliora in 48 ore, se hai febbre, se ti senti debole, se noti gonfiore in più articolazioni, o se hai problemi di stomaco dopo aver preso un FANS - chiama. Non aspettare che peggiori. Un attacco di gotta può nascondere un’infezione. E un’infiammazione non controllata può danneggiare le articolazioni in modo permanente. Non è un problema da gestire da soli.
Quale farmaco fa meno effetti collaterali per la gotta?
Per molti pazienti, specialmente anziani o con problemi renali o gastrici, gli steroidi orali o locali hanno meno effetti collaterali rispetto ai FANS o alla colchicina. La colchicina a bassa dose (1,8 mg) è ben tollerata, ma causa diarrea in molti. I FANS possono causare ulcere, sanguinamenti o danni renali. Gli steroidi, se usati per breve tempo e con tapering, sono spesso la scelta più sicura per chi ha più patologie.
Posso prendere colchicina e un FANS insieme?
Sì, ma solo su indicazione medica e per pochi giorni. Questa combinazione è usata per attacchi molto gravi o resistenti. Non è una pratica da automedicazione. Il rischio di effetti collaterali aumenta, soprattutto se hai problemi renali o prendi statine. È una strategia temporanea, non un trattamento di routine.
Perché gli steroidi non sono sempre la prima scelta?
Perché molti medici e pazienti temono gli steroidi per paura di effetti collaterali a lungo termine. Ma per un attacco acuto di gotta, si usano dosi basse e per pochi giorni. Il vero rischio è non trattare bene l’attacco. Gli steroidi sono efficaci, economici e spesso più sicuri dei FANS per chi ha patologie croniche. La loro sottovalutazione è un errore comune.
Se ho il diabete, posso prendere steroidi per la gotta?
Sì, ma devi controllare la glicemia più spesso. Gli steroidi fanno salire lo zucchero nel sangue, anche con dosi brevi. Non è un motivo per evitarli, ma un motivo per monitorare. Se il tuo diabete è ben controllato, un ciclo breve di prednisone è sicuro. Se non lo è, il medico potrebbe consigliare un’altra opzione o aggiustare il tuo trattamento antidiabetico.
Quanto tempo devo aspettare prima di riprendere i farmaci per l’acido urico?
Non devi aspettare. Se hai già iniziato un trattamento per abbassare l’acido urico (come allopurinolo), non devi interromperlo durante un attacco. L’errore comune è fermarlo per paura che peggiori il dolore. In realtà, continuare il trattamento aiuta a prevenire futuri attacchi. L’unica cosa da fare è aggiungere un antinfiammatorio (FANS, colchicina o steroidi) per gestire l’attacco acuto.
È vero che la colchicina a bassa dose funziona come quella alta?
Sì, e lo dicono studi su oltre 800 pazienti. La dose alta (4,8 mg) dava lo stesso sollievo, ma con il 70% in più di effetti collaterali. Oggi la linea guida è: 1,2 mg subito, poi 0,6 mg un’ora dopo. Totale: 1,8 mg in un’ora. È efficace, sicura e molto più tollerabile.
Cosa fare ora
Se hai avuto un attacco di gotta, non aspettare che torni. Parla con il tuo medico: fai un piano. Quale farmaco ti conviene? Hai controindicazioni? Hai altre malattie? Hai un’articolazione che si infiamma spesso? Queste domande non sono secondarie. Sono fondamentali. E se non hai un piano per prevenire i prossimi attacchi, non hai finito. La gotta non è un episodio. È una malattia che si gestisce. E tu, con le informazioni giuste, puoi controllarla. Non lasciare che il dolore decida per te.