Se hai mai comprato un farmaco con ricetta negli Stati Uniti, sai già che il prezzo può sembrare assurdo. Una pillola che costa 10 dollari in Canada o 5 euro in Germania può arrivare a 150 dollari qui. E non è un’eccezione. È la regola.
Perché gli americani pagano tre volte di più?
Gli Stati Uniti hanno meno del 5% della popolazione mondiale, ma generano il 75% dei profitti globali dell’industria farmaceutica. Non è un caso. È un sistema progettato così. A differenza di tutti gli altri paesi sviluppati, negli Stati Uniti il governo non negozia i prezzi dei farmaci per i programmi sanitari pubblici. Il Medicare, che copre oltre 65 milioni di persone, è legalmente vietato dal negoziare direttamente con le case farmaceutiche. Questo divieto è scritto nella legge dal 2003, e da allora non è mai stato revocato.
Il risultato? Le aziende possono fissare i prezzi come vogliono. E lo fanno. Nel 2024, i prezzi netti dei farmaci negli Stati Uniti sono aumentati dell’11,4%. Nel 2023 erano cresciuti del 4,9%. Non è inflazione. È una strategia.
Chi guadagna davvero?
Non sono solo i produttori. Dietro ogni bottiglia di farmaco c’è una catena di intermediari: distributori, assicurazioni, e soprattutto i Pharmacy Benefit Managers (PBMs). In teoria, i PBMs sono lì per negoziare sconti. In pratica, hanno trasformato il sistema in un gioco di sconti nascosti. Più alto è il prezzo listino, più alto è lo sconto che il PBM ottiene. E più alto è lo sconto, più alto è il loro guadagno. Così, hanno un incentivo a far salire i prezzi, non a farli scendere.
Prendi Galzin, un farmaco per la malattia di Wilson. Negli Stati Uniti costa 88.800 dollari l’anno. Nel Regno Unito, 1.400 dollari. In Germania, 2.800. La stessa pillola, prodotta nello stesso stabilimento, venduta allo stesso paziente. Ma negli Stati Uniti, il prezzo è stato moltiplicato per 63 volte. Non è un errore. È il modello.
Le nuove leggi? Sono troppo poche, troppo tardi
Nel 2022 è entrata in vigore l’Inflation Reduction Act. Sembrava la svolta. Per la prima volta, il Medicare poteva negoziare i prezzi di alcuni farmaci. Ma solo 10 nel 2026. E solo quelli con più di 12 anni di brevetto. Non si toccano i farmaci più costosi e più nuovi - quelli per il diabete, l’obesità, il cancro - che stanno facendo salire le spese del 9-11% nel 2025.
La legge ha anche introdotto un tetto di 2.000 dollari all’anno per le spese out-of-pocket dei beneficiari Medicare. È un sollievo per chi ha pagato 10.000 dollari l’anno per i suoi farmaci. Ma non cambia il sistema. Cambia solo il modo in cui si distribuisce il dolore.
Perché gli altri paesi riescono e noi no?
In Germania, il governo stabilisce un prezzo di riferimento. Se un farmaco costa troppo, lo riducono. In Francia, il prezzo viene negoziato prima che il farmaco venga immesso in commercio. In Canada, il Consiglio dei prezzi dei farmaci controlla i costi per tutti i farmaci brevettati.
Negli Stati Uniti, invece, non c’è nessun controllo. Le aziende dicono: “Dobbiamo recuperare i costi di ricerca”. Ma i dati mostrano il contrario. Il 97% dei farmaci più venduti negli Stati Uniti è stato sviluppato con finanziamenti pubblici - dal NIH, dalle università, dai laboratori governativi. Il contributo privato alla ricerca è spesso minimo. Il profitto, invece, è tutto privato.
Chi ci perde?
Le persone. Non le aziende. Non i manager. Le persone.
Ogni anno, 1,5 milioni di beneficiari Medicare devono scegliere tra comprare i farmaci o pagare l’affitto. Alcuni tagliano le dosi. Altri li lasciano in armadio. Altri ancora si indebitano. Un rapporto del Center for American Progress stima che il piano “Project 2025” potrebbe aumentare i costi per 18,5 milioni di anziani e persone con disabilità.
Non è un problema di pochi. È un problema di sistema. E non riguarda solo i ricchi o i poveri. Riguarda chiunque abbia bisogno di una pillola per vivere.
Le promesse non cambiano i fatti
Da anni, presidenti e senatori promettono di abbassare i prezzi. Trump ha scritto lettere alle case farmaceutiche. Biden ha firmato leggi. Nessuno ha fermato la crescita.
Secondo un rapporto del senatore Bernie Sanders, 688 farmaci sono aumentati di prezzo da quando Trump è entrato in carica. Anche dopo che Trump ha dichiarato di voler “mettere fine a questa vergogna”, 87 farmaci sono saliti del 8% in media nel luglio 2025.
Il governo dice che ha fatto cinque accordi con le aziende. Ozempic è passato da 1.000 a 350 dollari al mese. Wegovy da 1.350 a 350. Sembra un successo. Ma questi farmaci sono solo una piccola parte del mercato. E i prezzi sono ancora 20-30 volte più alti che in Europa.
Cosa cambierà davvero?
Finché il Congresso non abrogherà il divieto di negoziazione del Medicare, niente cambierà in modo strutturale. Finché i PBMs potranno trarre profitto da prezzi alti, il sistema rimarrà rotto. Finché i brevetti potranno essere estesi con piccole modifiche, i farmaci non diventeranno mai generici.
La soluzione non è un altro discorso. È una legge. La Prescription Drug Price Relief Act, presentata da Sanders nel maggio 2025, propone di legare i prezzi americani a quelli dei principali paesi sviluppati. Se un farmaco costa 500 dollari in Germania, non può costare più di 600 negli Stati Uniti. Semplice. Diretto. Giusto.
Ma non passerà. Perché l’industria farmaceutica spende 500 milioni di dollari l’anno in lobbying. Più di qualsiasi altro settore. E i politici ascoltano.
Non è un problema di mercato. È un problema di potere
Non è che gli Stati Uniti non sappiano come abbassare i prezzi. Sanno benissimo. Lo fanno con i vaccini, con i dispositivi medici, con i servizi ospedalieri. Ma con i farmaci? No. Perché qui il potere non è dei pazienti. Non è del governo. È delle aziende.
Il sistema funziona. Per loro. Non per noi.
Se vuoi un farmaco, e non hai i soldi, non è un problema di scelta. È un problema di giustizia.
Perché i farmaci negli Stati Uniti costano così tanto rispetto ad altri paesi?
Negli Stati Uniti non esiste un controllo governativo sui prezzi dei farmaci, a differenza di Germania, Canada o Regno Unito. Il Medicare è vietato per legge dal negoziare direttamente con le case farmaceutiche, e i Pharmacy Benefit Managers (PBMs) hanno un incentivo a mantenere alti i prezzi per massimizzare i loro sconti. Questo sistema crea un mercato senza regole, dove le aziende fissano i prezzi come vogliono.
Cos’è il Medicare e perché non può negoziare i prezzi?
Il Medicare è il programma sanitario pubblico per gli over 65 e alcune persone con disabilità. Dal 2003, la Medicare Modernization Act ha vietato al governo di negoziare i prezzi dei farmaci con le aziende. Questo divieto è stato scritto per accontentare l’industria farmaceutica. Solo nel 2022, con l’Inflation Reduction Act, è stato permesso di negoziare per 10 farmaci, ma solo quelli con più di 12 anni di brevetto.
Cosa fanno i Pharmacy Benefit Managers (PBMs) e perché aumentano i costi?
I PBMs sono intermediari che negoziano sconti tra assicurazioni e produttori. Ma non guadagnano su sconti bassi: guadagnano su sconti alti. Quindi hanno interesse a far salire il prezzo listino, non a ridurlo. Questo crea un circolo vizioso: più alto è il prezzo, più alto è il loro profitto. E il paziente paga di più, anche se il prezzo scontato sembra basso.
Il tetto di 2.000 dollari per i farmaci del Medicare risolve il problema?
No. Aiuta chi ha spese molto alte, ma non cambia il prezzo dei farmaci. Se un farmaco costa 10.000 dollari all’anno, il paziente paga solo 2.000. Ma il resto? Lo paga il programma Medicare - e quindi i contribuenti. Il sistema rimane rotto, solo che il dolore è un po’ più distribuito.
Perché le aziende farmaceutiche non riducono i prezzi se i governi lo chiedono?
Perché possono. Negli Stati Uniti, non c’è un prezzo massimo. E hanno un potere enorme: spendono 500 milioni di dollari l’anno per influenzare i politici. Hanno anche brevetti protetti da leggi complesse che impediscono l’ingresso di generici. Non hanno bisogno di ridurre i prezzi. Hanno bisogno solo di mantenere il controllo.
Cosa succede se un paziente non può permettersi un farmaco?
Molti tagliano le dosi, saltano le assunzioni, o rinunciano del tutto. Altri si indebitano. Altri ancora cercano farmaci da paesi esteri - spesso illegali o pericolosi. Secondo il senatore Sanders, ci sono casi in cui pazienti con malattie rare pagano 88.800 dollari l’anno per un farmaco che costa 1.400 nel Regno Unito. Non è un errore. È la realtà.
C’è speranza di cambiamento?
Sì, ma solo se il Congresso cambia le regole. La legge Prescription Drug Price Relief Act propone di legare i prezzi americani a quelli dei paesi sviluppati. Se funzionasse, i farmaci costerebbero la metà. Ma finché l’industria farmaceutica continuerà a spendere centinaia di milioni per bloccare queste leggi, il cambiamento rimarrà una promessa.
Lorenzo L
dicembre 3, 2025 AT 23:32Ma dai, in Italia se ti serve un farmaco lo prendi a 5 euro e basta, qui negli USA paghi un affitto per una pillola. Che sistema di merda.
Andrea Andrea
dicembre 5, 2025 AT 06:59Il problema non è solo il prezzo, ma il fatto che il sistema sia progettato per massimizzare il profitto, non la salute. La negoziazione del Medicare dovrebbe essere obbligatoria, punto.
giulia giardinieri
dicembre 6, 2025 AT 08:40Io ho un amico che prende Ozempic... gli costa 350 al mese, ma prima pagava 1k. Sembra un progresso, ma è come togliere un goccio dall'oceano.